Se la NASA progetta di far atterrare degli esseri umani su Marte entro qualche anno, un rapporto pubblicato nel 2023 sull’Advancing Earth and Science Journal – basato su studi condotti da UCLA, MIT, Skolkovo Institute of Science and Technology di Mosca e GFZ Potsdam – ha dimostrato che per gli umani non sarebbe possibile rimanere su Marte a lungo termine. Superati i quattro anni trascorsi sul pianeta, le radiazioni diventano dannose.
La minaccia delle radiazioni
La minaccia principale, infatti, proviene dalle radiazioni particellari, provenienti dal Sole, da stelle lontane e da galassie. I ricercatori si sono, quindi, interrogati sul loro impatto e sulla fattibilità di una missione umana su Marte. Per questo, gli scienziati hanno utilizzato modelli geofisici di radiazioni particellari per un ciclo solare e modelli di come le radiazioni potrebbero influenzare sia gli astronauti che un’astronave.
La conclusione è chiara: “Si stima che una potenziale missione su Marte non debba superare i circa quattro anni”. Trascorso questo tempo, l’esposizione alle radiazioni supererebbe i livelli di sicurezza. Sebbene l’astronave utilizzata per raggiungere Marte debba fornire una protezione sufficiente durante il viaggio, il materiale utilizzato potrebbe aumentare la quantità di radiazioni secondarie.
Il tempismo della missione è fondamentale
I ricercatori hanno anche sottolineato l’importanza del tempismo della missione, affermando che il momento migliore per lasciare la Terra sarebbe quando l’attività solare è al massimo, quando le particelle più pericolose vengono deviate. Certo, la sfida è alta, ma non impossibile. “Questo studio mostra che le radiazioni spaziali impongono limiti rigorosi e presentano sfide tecnologiche per la missione umana su Marte, ma tale missione rimane fattibile”, affermano gli scienziati.
Un anno su Marte: l’esperimento della NASA
Osservato dall’antico Egitto ed esplorato dagli anni ’60, il Pianeta Rosso cattura l’attenzione. E per una buona ragione! È “uno dei pochi altri posti che conosciamo nel sistema solare dove la vita sarebbe potuto esistere”, afferma la NASA. La sua esplorazione permetterebbe quindi di comprendere meglio il passato e il futuro del nostro pianeta. La prima missione umana è fissata per il 2030 e, per raggiungere questo ambizioso obiettivo, l’agenzia spaziale sta raddoppiando gli sforzi, sviluppando numerose tecnologie.
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