Il Sars-Cov-2 continua a diffondersi rapidamente, segnando un aumento del 44% nei casi in soli sette giorni, come riferito nell’ultimo bollettino dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS). Sebbene i dati ospedalieri attuali non destino preoccupazione, l’aumento dei contagi interessa soprattutto le fasce più vulnerabili, tra cui gli anziani e i soggetti fragili, soprattutto quelli oltre i 90 anni.
La variante “Eris”: una parente di Omicron
Comunemente nota come “Eris,” EG.5 è una discendente della variante Omicron del COVID-19, come spiegato dal dottor William Schaffner, esperto in malattie infettive e professore presso la Vanderbilt University School of Medicine. Il dottor Schaffner ha paragonato Omicron a un “nonno” rispetto a “Eris.”
La gravità della malattia causata da Eris
Nonostante il dottor Schaffner affermi che “Eris” provochi una malattia lieve, è importante sottolineare che il concetto di “lieve” ha un significato diverso per la comunità medica rispetto al pubblico generale. In questo caso, “lieve” significa che non è necessario il ricovero in ospedale, ma chi viene contagiato da “Eris” può sentirsi male per almeno due o tre giorni.
Eris e la sua contagiosità
“Eris” è altamente contagiosa, proprio come Omicron, ma fortunatamente non causa malattie più gravi. Secondo una valutazione preliminare dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il rischio globale rappresentato da EG.5 è considerato basso per la salute pubblica.
Sintomi simili alle varianti precedenti
Secondo il professor Thomas Russo, esperto di malattie infettive presso l’Università di Buffalo a New York, EG.5 sembra manifestare gli stessi sintomi delle varianti precedenti, come la “Pirola“, come confermato da Amesh A. Adalja, MD, studioso senior presso il Johns Hopkins Center for Health Security. Questi sintomi includono febbre, tosse, mancanza di respiro, fatica, dolori muscolari, mal di testa, perdita del gusto o dell’olfatto, mal di gola, congestione nasale, nausea, vomito e diarrea. Il dottor Schaffner ha anche menzionato che la congiuntivite, o occhio rosa, può essere un sintomo associato.
La perdita del gusto e dell’olfatto meno probabile
Il dottor Russo ha osservato che la perdita del gusto e dell’olfatto sembra essere meno comune con “Eris” rispetto ad altre varianti.
Cosa fare in caso di positività al COVID-19
In caso di risultato positivo al COVID-19, è fondamentale contattare immediatamente il proprio medico di base, se ne si dispone. Gli antivirali funzionano meglio se somministrati precocemente, pertanto è essenziale sottoporsi al test e chiamare il medico non appena compaiono i sintomi. Il Ministero della Salute raccomanda anche un isolamento di almeno cinque giorni dal manifestarsi dei primi sintomi del virus, che può terminare dopo il quinto giorno o quando la febbre scompare senza l’uso di farmaci.
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