Uniti da un tragico destino, morti nella ricerca di un’esperienza ardita che si è rivelata fatale. Tutti facoltosi, amanti dell’avventura e alla ricerca dello spettacolo a qualsiasi prezzo: quello di vedere il relitto del Titanic, nave maledetta, che ha trascinato con sé dei ricchi cultori della sua leggendaria fine.
Hamish Harding
Tra i passeggeri del Titan, imploso in fondo al mare, a 3.800 metri dalla superficie, c’era un ricco uomo d’affari britannico, che è anche esploratore e turista spaziale, Hamish Harding, 58 anni, amministratore delegato di una società di vendita di jet privati Action Aviation che ha sede a Dubai. Harding è stato tra i primi a scendere nel punto più profondo della Fossa delle Marianne, il Challenger Deep, nell’Oceano Pacifico.
Shahzada Dawood e il figlio Suleman
Insieme a lui c’era l’uomo d’affari pakistano Shahzada Dawood, uno dei manager più ricchi del suo Paese, con il figlio Suleman, 19 anni appena, proprietari di un gruppo industriale che nel 2022 ha registrato un fatturato di 1,2 miliardi di euro. Dawood viveva con la sua famiglia nel Regno Unito e sponsorizza il Seti Institute, un istituto in California che si propone di esplorare e comprendere l’origine dell’universo.
Paul-Henry Nargeolet
A bordo c’era anche l’esploratore francese Paul-Henry Nargeolet, 73 anni, che ha guidato diverse spedizioni al Titanic e supervisionato il recupero di molti manufatti dal relitto.
Stockton Rush
E si era con loro imbarcato anche Stockton Rush, il CEO di OceanGate, la società che ha organizzato la missione, al prezzo di circa 250.000 dollari per ciascun partecipante.
Una lotta contro il tempo per salvarli, mentre la ‘finestra di opportunità’ per vederli ancora vivi diventava sempre più stretta. Ieri la scadenza ultima di quelle 96 ore di ossigeno extra previste per i casi di emergenza. Forse potevano bastare, ma là in fondo all’oceano, il sommergibile è imploso, spegnendo in pochi secondi l’emozione.
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