Al liceo classico è uscito un brano di Seneca come autore della seconda prova scritta della Maturità 2023. ‘Chi è saggio non segue il volgo’ è il titolo, come riportato dal sito Skuola.net ed è tratto da ‘Lettere morali‘. Agli studenti si chiede l’analisi e la comprensione del testo.
Seneca non veniva proposto dal 2017 e sale così al primo posto della classifica degli autori più proposti alla Maturità dal dopoguerra a oggi: con 16 ‘apparizioni’ eguaglia, infatti, Cicerone, assente dal 2009. Nell’ultimo esame di Stato pre-pandemia era stato, infatti, proposto un brano di Tacito.
Cosa sappiamo sul testo
Il testo proposto per la seconda prova di latino del liceo classico è tratto dalle “Epistulae morales ad Lucilium” (Lettere morali a Lucilio) di Lucio Anneo Seneca, il grande filosofo e drammaturgo romano, noto come uno dei massimi esponenti dello stoicismo nell’età imperiale. Quest’opera è una raccolta di 124 lettere divise in 20 libri. Il brano assegnato agli studenti proviene dalla lettera 94 del quindicesimo libro.

Le lettere indirizzate all’amico Lucilio furono composte da Seneca dopo il suo ritiro dalla vita pubblica, probabilmente tra il 62 e il 65 d.C. Queste lettere non hanno una struttura sistematica, ma offrono una serie di spunti e riflessioni su vari temi, con l’autore che spesso si avvicina a tali argomenti attraverso osservazioni sulla vita reale. In queste pagine, il grande filosofo esplora la sua dimensione intima e interiore, caratterizzata dall’incertezza, in cui la serenità diventa un temporaneo rifugio per una mente inquieta che, immersa nel mistero delle cose, cerca nel saldo equilibrio dello spirito un sostegno per la propria esistenza.
Il tono delle lettere rimane sempre confidenziale e discorsivo, rendendole accessibili come una conversazione amichevole, perché, come disse Seneca stesso, “la filosofia è un buon consiglio; e nessun consiglio viene dato ad alta voce”. Lucilio il Giovane, poeta e storico romano chiamato da Seneca Lucilius Iunior, visse nel I secolo d.C. e fu “Procurator Augusti” per la provincia romana di Sicilia durante il regno di Nerone. A lui Seneca dedicò anche le “Naturales Quaestiones” in sette libri e il trattato “De Providentia”.
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