Sebbene sia una espressione comune, non tutti sanno da dove proviene il modo di dire “avere le lacrime di coccodrillo“.
Innanzitutto, cosa significa “avere le lacrime di coccodrillo”? L’espressione si riferisce a una persona che piange o dimostra emozione in modo falso o ipocrita. In altre parole, si tratta di una persona che finge di essere triste o dispiaciuta, ma in realtà non lo è.
Ma perché si parla di coccodrilli? La leggenda vuole che i coccodrilli, mentre divorano la loro preda, piangano lacrime che sembrano sincere. In realtà, questi animali non piangono per emozione, ma perché le ghiandole lacrimali si attivano durante la masticazione. Quindi, le lacrime dei coccodrilli sono solo un effetto collaterale del loro pasto.
L’espressione “avere le lacrime di coccodrillo” è stata utilizzata per la prima volta nella letteratura inglese del XVI secolo. In particolare, l’autore inglese Sir John Mandeville utilizzò questa espressione per descrivere il comportamento dei coccodrilli che incontrò durante i suoi viaggi in Africa e in Asia. Da allora, l’espressione è stata utilizzata in molte lingue e culture, compresa quella italiana.
In Italia, l’espressione “avere le lacrime di coccodrillo” è molto diffusa e viene utilizzata soprattutto per descrivere un comportamento ipocrita o falso. Ad esempio, si può dire che una persona ha le lacrime di coccodrillo quando finge di essere dispiaciuta per qualcosa che in realtà non gli importa.
Inoltre, l’espressione “avere le lacrime di coccodrillo” è spesso utilizzata in campo politico e mediatico per descrivere le reazioni ipocrite o false di alcuni personaggi pubblici. In questi casi, si fa riferimento alla tendenza di alcuni politici o personaggi televisivi a mostrare emozioni finte o esagerate per ottenere il consenso del pubblico.
In conclusione, l’espressione “avere le lacrime di coccodrillo” ha un’origine antica e interessante. Sebbene i coccodrilli non piangano per emozione, la leggenda delle loro lacrime ha ispirato una delle espressioni più diffuse della lingua italiana. Oggi, questa espressione viene utilizzata per descrivere un comportamento falso o ipocrita e rappresenta un monito contro la superficialità e l’ipocrisia.
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