E se il declino cognitivo fosse legato alla salute del nostro intestino? Durante una conferenza internazionale sull’Alzheimer, sono stati presentati due studi. Secondo le ricerche scientifiche, infatti, sembra esserci una correlazione tra una cattiva digestione e il declino cognitivo.
Cervello e intestino in buona salute
Mangiare bene per pensare bene. È sostanzialmente ciò che sembrano dimostrare questi due nuovi studi. In effetti, esistono legami piuttosto poco noti tra l’intestino e il cervello e studiare questa relazione potrebbe consentirci di combattere in modo più efficace il declino cognitivo.
“I nostri sistemi corporei sono tutti interconnessi. Quando un sistema funziona male, ha ripercussioni sugli altri sistemi. Quando questo malfunzionamento non viene corretto, può causare una serie di conseguenze per il resto dell’organismo”, ha affermato il Dr. M. Snyder.
Confrontando i periodi di defecazione e lo stato delle funzioni cognitive dei partecipanti, i ricercatori hanno fatto scoperte sorprendenti.

Le persone con costipazione avrebbero maggiori probabilità di avere problemi cognitivi
Secondo gli studiosi: “La frequenza delle feci ogni tre giorni o meno è associata a un rischio del 73% in più di declino cognitivo soggettivo”. In totale, le persone costipate avrebbero un’età cognitiva superiore di 3 anni rispetto a quelle che vanno in bagno una volta al giorno.
Ma come spiegare questo legame? Altre ricerche devono essere condotte, ma potrebbe essere collegato al microbiota intestinale e, più precisamente, alla scarsa presenza di un “buon batterio” che produce butirrato.
Secondo la Cleveland Clinic: “Il butirrato svolge un ruolo importante nella salute del sistema digestivo, essendo la principale fonte di energia per le cellule del colon; copre circa il 70% dei loro fabbisogni energetici. Può anche avere altri effetti benefici sulla salute, inclusi il supporto al sistema immunitario, la riduzione dell’infiammazione e la prevenzione di malattie come il cancro”.
Fonte: MaxiSciences.
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