L’utero in affitto, noto anche come maternità surrogata o gestazione per altri, è una pratica in cui una donna accetta di portare avanti una gravidanza e dare alla luce un bambino per conto di altre persone o coppie che non possono concepire o portare avanti una gravidanza da sole.
In questo processo, la donna che diventa madre surrogata, chiamata anche gestante, si impegna a trasferire i diritti genitoriali legali e biologici del bambino ai genitori intenzionali una volta che il bambino è nato.
L’utero in affitto può essere praticato in diverse forme. Nella maternità surrogata tradizionale, la madre surrogata utilizza il proprio ovulo, fecondato artificialmente con il seme del padre intenzionale o di un donatore. Nella gestazione per altri, invece, l’ovulo può provenire dalla madre intenzionale o da una donatrice, mentre il seme proviene dal padre intenzionale o da un donatore.
La decisione di optare per l’utero in affitto può essere motivata da diverse ragioni. Alcune coppie o individui possono essere affetti da problemi di fertilità, disordini medici o anomalie anatomiche che rendono impossibile la gravidanza. Altre volte, la scelta può essere legata a questioni genetiche, come il rischio di trasmissione di malattie ereditarie. Inoltre, l’utero in affitto può essere una soluzione per le coppie dello stesso sesso o per le persone singole che desiderano avere un bambino biologicamente legato a loro.
Tuttavia, l’utero in affitto solleva anche numerose questioni etiche, legali e sociali. Alcuni critici sostengono che questa pratica possa portare alla mercificazione del corpo femminile, trasformando la gravidanza in un servizio commerciale. Inoltre, possono sorgere dubbi riguardo ai diritti e al benessere della madre surrogata e alla relazione tra i genitori intenzionali e il bambino.
La legittimità dell’utero in affitto varia da paese a paese. Alcuni paesi hanno leggi che lo vietano completamente (come l’Italia), mentre altri lo regolamentano in modo rigoroso. Alcuni consentono solo la forma non commerciale dell’utero in affitto, in cui la madre surrogata può essere compensata solo per le spese correlate alla gravidanza, mentre altri paesi permettono la compensazione finanziaria oltre a tali spese.
È importante sottolineare che l’utero in affitto è una decisione complessa che richiede una valutazione attenta di vari fattori, tra cui gli aspetti legali, etici, medici e psicologici. Prima di intraprendere questo percorso, è essenziale consultare professionisti qualificati e informarsi sulle leggi e le normative del proprio paese.
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Dov’è lecita la pratica dell’utero in affitto?
Di seguito sono riportati alcuni esempi delle diverse posizioni legali adottate in diverse parti del mondo:
- Paesi in cui l’utero in affitto è lecito e regolamentato: Alcuni paesi consentono l’utero in affitto, ma impongono regolamentazioni rigorose per garantire la protezione dei diritti di tutte le parti coinvolte. Alcuni esempi includono il Regno Unito, il Canada, l’Australia, l’Ucraina, la Grecia e alcuni stati negli Stati Uniti.
- Paesi in cui l’utero in affitto è consentito solo a fini non commerciali: Alcuni paesi permettono l’utero in affitto solo se è una pratica non commerciale, in cui la madre surrogata può essere compensata solo per le spese correlate alla gravidanza. Questi paesi cercano di evitare la mercificazione del corpo femminile. Alcuni esempi la Spagna, la Finlandia e alcuni stati in Australia e negli Stati Uniti.
- Paesi in cui l’utero in affitto è vietato: Alcuni paesi vietano completamente l’utero in affitto e lo considerano una pratica illegale. Questi paesi possono adottare questa posizione per ragioni etiche, culturali o legali. Alcuni esempi includono la Francia, l’Italia, la Germania, la Norvegia e la Cina.
- Paesi in cui l’utero in affitto è in una zona grigia legale: In alcune giurisdizioni, la legge sull’utero in affitto può essere ambigua o non specifica, lasciando spazio a interpretazioni diverse o creando una sorta di “zona grigia” legale. Questo può portare a incertezze legali e sfide nell’attuazione di norme chiare. Alcuni paesi potrebbero adottare un approccio caso per caso o possono avere leggi che non trattano specificamente l’utero in affitto.
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