Al giorno d’oggi, diverse superstizioni sono associate alla sfortuna: incontrare un gatto nero, passare sotto una scala, rompere uno specchio o la paura del numero 13. Esistono anche modi per proteggersi e portare fortuna: toccare ferro, gettare il sale dietro la spalla sinistra e, naturalmente, incrociare le dita. Che si sia superstiziosi o meno, non può far male incrociarle per sé stessi o per gli altri (ad esempio, augurando buona fortuna al partner per un colloquio di lavoro o un esame). L’origine di questa curiosa superstizione si presta a diverse interpretazioni.
La croce come simbolo di buon auspicio nell’antichità
Nell’antichità, la croce era considerata il simbolo dell’unione perfetta, due linee rette che si incontrano in un punto di intersezione. Era già oggetto di una superstizione che forse ha ispirato la nostra. Due persone potevano augurarsi buona fortuna incrociando gli indici della mano destra (a volte sinistra) formando una croce. Il punto di intersezione tra le dita attirava gli spiriti buoni, quindi la fortuna. Era l’occasione per esprimere un desiderio, che aveva maggiori probabilità di realizzarsi. Oggi incrociamo l’indice con il medio. O la tradizione si è evoluta, oppure le due cose non hanno nulla in comune.
L’influenza del Cristianesimo
Dopo la morte di Gesù Cristo, la croce è diventata un simbolo forte del cristianesimo. Secondo una teoria, incrociare le dita riecheggerebbe il sacrificio del Messia per la salvezza delle nostre anime, un gesto che permetterebbe di allontanare il malocchio e invocare la potenza divina. Come riportato da Laurence Caracalla nel suo libro Aux origines des 100 superstitions qui hantent ou réjouissent notre quotidien, questo gesto potrebbe avere un’origine concreta. Durante la persecuzione dei primi cristiani, per riconoscersi senza attirare l’attenzione, questi avrebbero immaginato di incrociare le dita come segno di riconoscimento. Questo ha ispirato la tradizione di incrociare le dita? Nulla è certo.
“Fingers crossed”: l’origine inglese dell’espressione
Questi aneddoti storici potrebbero avere un legame lontano con la tradizione. Oggi tendiamo più a dire che incrociamo le dita, piuttosto che farlo. E questa volta sappiamo da dove e quando deriverebbe questa formula. Secondo il libro Les 1001 expressions préférées des Français scritto da George Planelle, proverrebbe dall’Inghilterra, e più precisamente dall’era medievale. “Incrociare le dita” è la traduzione letterale di “to cross one’s fingers“. Gli inglesi la usavano all’epoca per scacciare il diavolo e scongiurare la sfortuna. Oggi, i nostri amici anglofoni usano più spesso la forma contratta “crossing fingers“.
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