Potrebbe sembrare fantascienza, ma su Giove si scatenano violente tempeste accompagnate da piogge gelate simili a una granita di acqua e ammoniaca, con tanto di fulmini. È quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Science Advances, riportato da TGCOM24, e condotto dall’Università della California a Berkeley, che ha ricostruito un dettagliato modello tridimensionale degli strati superiori dell’atmosfera gioviana.
Su cosa si è basata la ricerca
La ricerca si è basata sui dati raccolti dalla sonda Juno della NASA, dal telescopio spaziale Hubble – frutto della collaborazione tra NASA e Agenzia Spaziale Europea – e dal radiotelescopio VLA, situato nel New Mexico.
Forse il fenomeno anche su altri pianeti
Le simulazioni suggeriscono che questo fenomeno estremo potrebbe non essere esclusivo del gigante gassoso: simili dinamiche atmosferiche potrebbero verificarsi anche su altri pianeti giganti del Sistema Solare, e forse persino su mondi lontani.
La carenza di ammoniaca negli strati superiori
Per anni gli scienziati hanno ritenuto che l’atmosfera di Giove fosse sostanzialmente omogenea, ipotizzando che quanto visibile in superficie rappresentasse anche gli strati profondi. Ma le nuove analisi, guidate dal ricercatore Chris Moeckel, mettono in discussione questa visione. I dati rivelano una sorprendente carenza di ammoniaca negli strati superiori, indicando che qualcosa la sta trasportando verso il basso.
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Cosa accade durante le tempeste
L’ipotesi avanzata dai ricercatori chiama in causa tempeste intense, caratterizzate da potenti correnti ascensionali in grado di sollevare minuscoli cristalli di ghiaccio a oltre 60 chilometri di altezza. A quelle altitudini, il ghiaccio entra in contatto con i vapori di ammoniaca, che agiscono come un antigelo, trasformando i cristalli in una poltiglia ghiacciata. Le particelle così formate crescono fino a diventare troppo pesanti per restare in quota e precipitano negli strati più profondi, trascinando con sé l’ammoniaca.
Un meccanismo atmosferico affascinante e mai osservato prima, che apre nuove prospettive sulla dinamica climatica dei pianeti giganti.
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