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Perché i gatti non possono mangiare il cioccolato?

di SapereOra
6 Marzo 2025
in Animali e Natura, Primo Piano, Scienza & Tecnologia
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Perché i gatti non possono mangiare il cioccolato?

L’eleganza e il fascino del gatto sono inconfondibili. Con il suo portamento regale, ogni movimento sembra essere studiato, ogni passo misurato, come se fosse un costante balletto tra grazia e mistero. Gli occhi, brillanti e intensi, raccontano storie segrete, mentre il suo mantello, morbido e lucente, riflette la luce con una delicatezza unica. Il gatto, animale indipendente e affascinante, è un compagno che trasmette tranquillità e serenità, ma anche un’incredibile forza di carattere.

La corretta alimentazione del gatto è importantissima

Nonostante il suo comportamento spesso enigmatico, il benessere del gatto dipende molto dalle sue esigenze quotidiane, tra cui una corretta alimentazione. Sebbene sembri un animale che possa cavarsela con poco, in realtà il suo corpo ha bisogno di un equilibrio nutrizionale preciso per restare in buona salute. Una dieta equilibrata, ricca di proteine di alta qualità, vitamine e minerali, è fondamentale per garantire che il gatto possa esprimere al meglio le sue potenzialità fisiche e mentali. La salute del pelo, l’energia e la vitalità, la lucidità mentale e la forza del sistema immunitario sono tutti influenzati dalla qualità della sua alimentazione.

Un’alimentazione errata determina diverse patologie

Un’alimentazione errata, invece, può portare a problemi di salute come obesità, malattie renali o disturbi digestivi. È quindi essenziale che il gatto riceva il giusto tipo di cibo, in quantità adeguate, per garantirgli una vita lunga, sana e serena.

È importante sapere cosa ha bisogno di mangiare un gatto, e cosa invece non deve assolutamente ingerire. È il caso della cioccolata. Cerchiamo di capire perché.

La cioccolata contiene teobromina

Noi umani andiamo pazzi per la cioccolata ma contiene teobromina, che ha un effetto stimolante sul sistema nervoso. I gatti sono molto più sensibili dell’uomo alla teobromina, perché la metabolizzano molto più lentamente.

Come si legge sul sito internet AniCura, la teobromina nei gatti ha un effetto più forte rispetto ai cani sul sistema nervoso ma è raro che rimangano avvelenati dal cioccolato perché di solito non ne amano il sapore e non lo mangiano.

Anche altri animali sono sensibili al cioccolato, in particolare i cavalli, i topi e i pappagalli. L’uomo metabolizza la teobromina molto in fretta, per questo l’avvelenamento è molto raro (e anche per le quantità che ne consumiamo).

Su cosa influisce la teobromina

Nei gatti, il periodo di dimezzamento della teobromina nel corpo è notevolmente più lungo rispetto all’uomo quindi la sostanza rimane in circolo e influisce su diversi organi, primo fra tutti il sistema nervoso centrale e poi sulla circolazione, la respirazione e l’apparato urinario.

Le dosi pericolose o addirittura letali

La dose letale per i gatti è di circa 80-200 mg per chilo di peso corporeo, ma i sintomi di avvelenamento si manifestano già a dosi molto più basse. Nel cioccolato fondente e nel cacao puro la concentrazione di teobromina è più elevata, circa 5-15 mg/g e fino a 28 mg/g (cioè ben 280 mg in 100 grammi di cioccolato). Il cioccolato al latte contiene relativamente meno teobromina, circa 2 mg/g, mentre il cioccolato bianco ne è praticamente privo.

I sintomi dell’avvelenamento

I sintomi si manifestano tra 2 e 24 ore dopo l’assunzione e possono durare diversi giorni.

Anche l’assunzione di una dose minima di cioccolato ma ripetuta è pericolosa, perché la teobromina si accumula nel corpo.

Il gatto che soffre di avvelenamento da cioccolato mostra aumento della sete, vomito, diarrea, tachicardia e aritmia, respiro veloce, iperattività e irrequietezza, crampi.

Leggi anche: Disturbi digestivi? Ecco cosa mangiare per combatterli

La diagnosi

Se il proprietario sospetta che il gatto abbia mangiato del cioccolato, ad esempio perché ha trovato incartamenti vuoti, deve recarsi immediatamente dal veterinario, che può effettuare una diagnosi basandosi sui sintomi dell’animale e le informazioni del proprietario. In altri casi può essere difficile stabilire la diagnosi giusta, perché disturbi gastro-intestinali, tachicardie e sintomi neurologici possono avere diverse cause nel gatto.

Come si interviene

Per decidere il da farsi, come già detto, bisogna andare dal veterinario e non affidarsi a ‘usanze’ pericolose come l’induzione del vomito con il sale che può provocare un avvelenamento ancor peggiore nel gatto.

Non esiste un antidoto alla teobromina. Il trattamento si concentra sull’alleviamento dei sintomi e sul sostegno alle funzioni del corpo.

Le prime 1-3 ore dopo l’assunzione di cioccolata si può tentare di indurre il vomito iniettando sostanze emetiche. Per impedire che la teobromina già presente nell’intestino venga assorbita dal flusso sanguigno, si può somministrare del carbone attivo.

In caso di crampi, si possono somministrare rilassanti e anticonvulsivi, e se il cuore mostra tachicardia o aritmia possono essere necessari farmaci specifici. In caso di vomito saranno prescritti farmaci a protezione dello stomaco e dell’intestino.

Sarà il veterinario a valutare il caso osservando il gatto, il suo malessere e i suoi sintomi.

Una cosa è certa: bisogna assolutamente tenere il gatto lontano dalla cioccolata!

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Tag: animalicioccolatacioccolatogatti e cioccolatogattosalute del gattosistema nervosoteobrominaveterinario
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