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Le stelle marine non hanno sangue: il segreto della loro sopravvivenza ti stupirà!

Le stelle marine non hanno sangue: scopri come usano l’acqua di mare per sopravvivere e cosa rende il loro sistema vascolare così unico nel regno animale.

di SapereOra
31 Marzo 2025
in Animali e Natura, Scienza & Tecnologia
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Le stelle marine non hanno sangue: il segreto della loro sopravvivenza ti stupirà!

Le stelle marine, affascinanti creature che popolano i fondali marini di tutto il mondo, nascondono un segreto straordinario: non hanno sangue. A differenza della maggior parte degli animali, queste meraviglie del mare non possiedono un sistema circolatorio basato sul sangue per trasportare ossigeno e nutrienti. Al suo posto, utilizzano un sistema vascolare che sfrutta l’acqua di mare, un adattamento unico che le rende un esempio straordinario di evoluzione biologica.

Conosciute scientificamente come appartenenti al phylum degli Echinodermi, le stelle marine (o Asteroidea) sono tra gli organismi marini più iconici, con le loro braccia a forma di stella e la capacità di rigenerarsi. Ma ciò che le rende davvero speciali è il loro sistema vascolare acquifero, un meccanismo che permette loro di sopravvivere e prosperare in ambienti marini complessi.

Come Funziona il Sistema Vascolare Acquifero delle Stelle Marine

Il sistema vascolare acquifero delle stelle marine è una rete di canali pieni di fluido che si estende in tutto il loro corpo, dalle braccia fino al disco centrale. Questo sistema non solo trasporta nutrienti e ossigeno, ma è anche responsabile del movimento e della locomozione. A differenza degli esseri umani, che utilizzano il sangue per distribuire ossigeno attraverso il corpo grazie al cuore, le stelle marine sfruttano l’acqua di mare che circola attraverso una serie di tubi e cavità.

L’acqua di mare entra nel corpo della stella marina attraverso una struttura chiamata madreporite, una piccola piastra calcarea situata sulla superficie superiore del corpo, spesso visibile come un puntino chiaro. Una volta filtrata, l’acqua passa attraverso un canale principale, il canale radiale, che si dirama in una rete di tubicini più piccoli chiamati piedini ambulacrali. Questi piedini, che si trovano sulla parte inferiore delle braccia, non solo aiutano la stella marina a muoversi, ma svolgono anche un ruolo chiave nel trasporto dei nutrienti e nell’espulsione dei rifiuti.

Secondo gli esperti, questo sistema è incredibilmente efficiente per un organismo che vive in un ambiente marino.

Perché le Stelle Marine Non Hanno Sangue? Un Adattamento Evolutivo

L’assenza di sangue nelle stelle marine è il risultato di milioni di anni di evoluzione. Gli Echinodermi, che includono anche ricci di mare e cetrioli di mare, si sono adattati a vivere in ambienti marini dove l’accesso all’ossigeno disciolto nell’acqua è abbondante. A differenza degli animali terrestri, che necessitano di un sistema circolatorio complesso per trasportare ossigeno in tutto il corpo, le stelle marine possono assorbire l’ossigeno direttamente dall’acqua di mare attraverso la loro superficie corporea e il sistema vascolare acquifero.

Questo adattamento ha permesso alle stelle marine di semplificare il loro sistema circolatorio, eliminando la necessità di sangue e di un cuore. Invece, l’acqua di mare funge da fluido circolante, portando con sé ossigeno, nutrienti e altre sostanze essenziali. Inoltre, il sistema vascolare acquifero è idrostatico, il che significa che la pressione dell’acqua all’interno dei canali aiuta le stelle marine a muovere le loro braccia e a catturare prede, come molluschi e piccoli crostacei.

Un altro aspetto affascinante è la capacità delle stelle marine di mantenere un equilibrio osmotico con l’ambiente circostante. Poiché l’acqua di mare che circola nel loro corpo ha una salinità simile a quella del loro ambiente, non devono affrontare i problemi di osmosi che incontrano altri organismi marini con sistemi circolatori più complessi.

Il Ruolo dei Piedini Ambulacrali: Movimento e Alimentazione

I piedini ambulacrali sono una delle caratteristiche più sorprendenti delle stelle marine. Questi piccoli tubicini, che si estendono dalla parte inferiore delle braccia, funzionano come minuscole ventose che permettono alla stella marina di aderire alle superfici, muoversi lentamente lungo il fondale marino e persino aprire le conchiglie delle prede.

Quando una stella marina si muove, i piedini ambulacrali si riempiono di acqua grazie alla pressione generata dal sistema vascolare acquifero. Questo processo idraulico consente ai piedini di estendersi e contrarsi, creando un movimento coordinato che, sebbene lento, è incredibilmente efficace.

Oltre al movimento, i piedini ambulacrali giocano un ruolo cruciale nell’alimentazione. Le stelle marine sono predatori voraci, e molte specie si nutrono di bivalvi come cozze e ostriche. Usano i piedini per aprire le conchiglie, un processo che può richiedere ore, e poi espellono il loro stomaco all’esterno per digerire la preda direttamente nella conchiglia. L’acqua di mare che circola nel sistema vascolare trasporta i nutrienti digeriti in tutto il corpo, garantendo la sopravvivenza dell’animale.

Le Stelle Marine e l’Ecosistema Marino: Un Equilibrio Delicato

Le stelle marine non sono solo un esempio di biologia straordinaria, ma svolgono anche un ruolo fondamentale negli ecosistemi marini. Come predatori, aiutano a mantenere l’equilibrio delle popolazioni di molluschi e altri organismi marini, prevenendo la sovrappopolazione di alcune specie. Ad esempio, nelle barriere coralline, le stelle marine come la Acanthaster planci (nota come “stella corona di spine”) si nutrono di coralli, un’attività che, se controllata, favorisce la biodiversità. Tuttavia, un aumento incontrollato della loro popolazione può devastare le barriere coralline, come è accaduto in alcune aree della Grande Barriera Corallina australiana.

Il loro sistema vascolare acquifero, che dipende dall’acqua di mare, le rende però vulnerabili ai cambiamenti ambientali. L’inquinamento marino, l’acidificazione degli oceani e il riscaldamento globale possono alterare la qualità dell’acqua di mare, influenzando la capacità delle stelle marine di assorbire ossigeno e nutrienti. Negli ultimi anni, in alcune regioni del Pacifico, si sono verificati episodi di malattia del deperimento delle stelle marine, un fenomeno che ha decimato intere popolazioni. Gli scienziati ritengono che l’aumento delle temperature oceaniche e i patogeni favoriti dall’inquinamento siano tra le cause principali.

Lezioni dalla Biologia delle Stelle Marine: Ispirazioni per la Scienza

La biologia unica delle stelle marine non è solo un argomento di studio per i biologi marini, ma ha anche ispirato innovazioni in diversi campi scientifici. Il loro sistema vascolare acquifero, ad esempio, ha attirato l’attenzione degli ingegneri che lavorano su sistemi idraulici e robotici. La capacità delle stelle marine di muoversi e aderire alle superfici grazie ai piedini ambulacrali ha ispirato lo sviluppo di robot sottomarini in grado di esplorare fondali marini complessi, come quelli utilizzati per la ricerca scientifica o la manutenzione di infrastrutture sottomarine.

Inoltre, la loro capacità di rigenerazione – le stelle marine possono ricrescere un braccio perso in poche settimane – è oggetto di studio per la medicina rigenerativa. Gli scienziati stanno cercando di capire come i geni delle stelle marine possano essere utilizzati per sviluppare terapie che favoriscano la rigenerazione dei tessuti umani, ad esempio per il trattamento di lesioni spinali o malattie degenerative.

Curiosità sulle Stelle Marine: Non Solo Acqua di Mare

Oltre al loro sistema vascolare unico, le stelle marine offrono altre curiosità affascinanti. Ad esempio, non tutte le stelle marine hanno cinque braccia: alcune specie, come la stella marina a nove braccia (Luidia ciliaris), possono averne fino a 40. Inoltre, non hanno un cervello centralizzato: il loro sistema nervoso è distribuito in tutto il corpo, il che le rende capaci di reagire agli stimoli anche se una parte del corpo viene danneggiata.

Un’altra caratteristica sorprendente è la loro longevità. Alcune specie, come la Pycnopodia helianthoides (stella marina girasole), possono vivere fino a 35 anni in condizioni ottimali. Tuttavia, la loro sopravvivenza è sempre più minacciata dai cambiamenti ambientali, che mettono a rischio non solo le stelle marine, ma l’intero equilibrio degli ecosistemi marini.

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Tag: acqua di marebiodiversitàbiologia marinaEchinodermiecosistemi mariniinquinamento marinopiedini ambulacralirigenerazionesistema vascolare acquiferostelle marine
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