Se pensi che il tuo terrier scozzese e il cocker del tuo migliore amico siano follemente innamorati e che passeranno il resto della loro vita insieme, probabilmente hai visto troppe volte La Carica dei 101. Tuttavia, questo classico Disney solleva una questione interessante: gli animali possono provare un amore paragonabile a quello umano? Per molto tempo, gli scienziati hanno esitato ad attribuire agli animali emozioni complesse come l’amore. Oggi, diverse ricerche dimostrano che gli animali non sono privi di sentimenti. Jessica Serra, etologa e autrice de “La bête en nous“, in un’intervista a GEO afferma: “È sempre complesso descrivere l’esperienza soggettiva vissuta dagli animali, ma a mio parere, il legame di attaccamento che provano può essere così forte da poter parlare di amore”.
Comportamenti che parlano chiaro: al di là dell’istinto di sopravvivenza
Ne sono una prova i comportamenti di alcuni animali, come gli elefanti che piangono i loro simili scomparsi, i delfini che sviluppano alleanze sociali durature e alcune specie di uccelli che formano coppie fedeli a vita. Questi comportamenti suggeriscono un legame profondo, che va ben oltre il semplice istinto di sopravvivenza.
Il “dolore” d’amore nei pesci zebra: quando la separazione è un trauma
Uno studio del 2019 pubblicato su Proceedings of Royal Society B ha rivelato un comportamento sorprendente nei pesci zebra (Danio rerio). Questi pesci, noti per la loro fedeltà, sembrano provare una sorta di “dolore” quando vengono separati dal partner. L’esperimento ha mostrato che la femmina, una volta lontana dal compagno, manifestava segni di stress e depressione, rifiutando persino di interagire con altri potenziali partner. Un fenomeno simile è stato osservato anche nei maschi.
L’ossitocina, ormone dell’amore: un legame biologico
L’attaccamento negli animali non è solo osservabile nel loro comportamento, ma è anche misurabile a livello biologico. L’ossitocina, spesso definita “l’ormone dell’amore”, gioca un ruolo fondamentale nella formazione dei legami sociali. Uno studio giapponese del 2015 pubblicato su Science ha dimostrato che quando i cani e i loro padroni si guardano negli occhi, i loro livelli di ossitocina aumentano significativamente, rafforzando il loro legame. Lo stesso fenomeno è stato osservato in alcune specie di roditori e capre.
Amore animale: un concetto complesso e in continua evoluzione
Gli animali, quindi, mostrano comportamenti di fedeltà e attaccamento, ma la domanda rimane: possiamo parlare di amore nel senso umano del termine? Boris Cyrulnik, neuropsichiatra, ricorda su France Inter: “Gli animali vivono in un mondo di emozioni, rappresentazioni sensoriali e sono capaci di affetto e sofferenza, ma non sono esseri umani”. In altre parole, se l’amore esiste negli animali, probabilmente è diverso da quello che conosciamo noi.
Implicazioni concrete per la conservazione delle specie: l’importanza dei legami affettivi
Al di là della semplice curiosità scientifica, comprendere le relazioni affettive negli animali ha implicazioni concrete, soprattutto per la conservazione delle specie. In alcuni programmi di riproduzione, come quelli dei panda giganti, i ricercatori devono tenere conto delle preferenze e delle affinità individuali per ottimizzare le possibilità di accoppiamento. “Ho visto specie quasi scomparire nel mondo dell’allevamento conservativo”, spiega Meghan Martin a Discover Magazine, biologa specializzata nella riproduzione animale, sottolineando l’importanza di considerare i legami tra gli animali in questi programmi.
Conclusioni: l’amore, un linguaggio universale?
Allora, amore o non amore? La risposta dipende dalla definizione che diamo a questo sentimento. Una cosa è certa: che si tratti della fedeltà degli albatri, del dolore dei pesci zebra o dell’attaccamento dei cani ai loro padroni, il mondo animale è ricco di esempi di legami profondi e sinceri. Una prova, forse, che l’amore non è un’esclusiva degli umani.
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