I campi del Veronese stanno subendo gravi danni a causa degli ibis, uccelli che stanno invadendo le aree agricole. Come riporta Il Corriere del Veneto, gli agricoltori della regione hanno lanciato un allarme, denunciando che i loro campi sono stati devastati e chiedendo il permesso di cacciare questi uccelli per mitigare i danni.
Caratteristiche degli Ibis
Gli ibis sono uccelli appartenenti alla famiglia Threskiornithidae. Tra le specie più note vi è l’ibis sacro (Threskiornis aethiopicus), originario dell’Africa subsahariana e dell’Iraq sud-orientale. Questo uccello è caratterizzato da un capo e collo privi di penne e di colore nero, con un piumaggio bianco e ali nere. È un uccello onnivoro e sociale che si è naturalizzato in diverse regioni d’Europa, compresa l’Italia, dove è considerato una specie invasiva.
Gli ibis hanno una lunghezza di circa 56-69 cm e apertura alare tra 112 e 124 cm.
Il loro becco è lungo e ricurvo verso il basso, adatto per scavare nel fango alla ricerca di cibo.
La dieta degli Ibis è onnivora e opportunista: si nutrono di insetti, vermi, crostacei, molluschi, pesci, rane, rettili, piccoli mammiferi, uova e pulcini di altre specie.
Gli ibis sacri, in particolar modo, sono uccelli gregari e sociali, spesso osservati in gruppi.
Nell’antico Egitto, l’ibis era considerato sacro e veniva spesso mummificato e sepolto nei templi come offerta votiva. La sua figura è frequentemente rappresentata nell’arte egizia, a testimonianza della sua importanza religiosa e simbolica.
Habitat e impatto ambientale
Gli ibis frequentano paludi, fiumi, acquitrini, ma anche aree antropizzate come campagne e discariche.
Si tratta di una specie invasiva: può competere con specie native per risorse alimentari e spazi di nidificazione, causando impatti sulla biodiversità locale.
Dove si trova in Italia
L’ibis sacro è presente in diverse regioni italiane, con una diffusione che si sta estendendo rapidamente. Ecco le principali aree in cui è stato segnalato.
Piemonte: concentrazioni elevate, soprattutto nelle province di Novara e Vercelli, dove frequenta le risaie.
Pianura Padana: diffuso in tutta l’area, comprese le regioni del Nord Italia come Lombardia e Veneto.
Emilia-Romagna: nidifica a Bologna, Modena e Ferrara, con una presenza significativa in tutta la regione. Avvistamenti nelle province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, in aree agricole e palustri.
Italia meridionale e Isole: recentemente segnalato anche al Sud, con un aumento delle osservazioni da novembre 2024.
In generale, l’ibis sacro si trova in zone umide, aree agricole e anche in ambienti antropizzati come discariche e campagne coltivate.
Perché gli Ibis danneggiano i campi
Gli uccelli ibis, in particolare l’ibis sacro e l’ibis eremita, stanno causando problemi nei campi del Veronese principalmente a causa della loro natura di specie invasive. L’ibis sacro, ad esempio, è noto per essere un uccello opportunista che si adatta facilmente a diversi ambienti, inclusi i campi agricoli. Questi uccelli possono danneggiare i raccolti e le colture, poiché si nutrono di insetti, semi e piccoli animali, ma possono anche causare danni diretti ai campi.
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Combinazione di fattori ambientali e agricoli
Inoltre, l’ibis eremita, una specie a rischio, è spesso oggetto di bracconaggio, il che non solo minaccia la sua sopravvivenza ma può anche influire sulla percezione generale degli uccelli ibis come problema agricolo. Tuttavia, il danno principale ai campi sembra essere più legato all’ibis sacro, che è una specie invasiva e non protetta come l’ibis eremita.
La situazione è ulteriormente complicata dalla presenza di altri problemi ambientali e agricoli nella regione, come l’influenza aviaria, che ha colpito duramente il settore avicolo veronese, portando a misure di controllo e restrizioni che possono influenzare l’ecosistema locale.
In sintesi, gli uccelli ibis stanno devastando i campi del Veronese principalmente a causa della loro natura invasiva e della loro capacità di adattarsi agli ambienti agricoli, ma anche a causa di una combinazione di fattori ambientali e agricoli più ampi.
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