Comunicare con il proprio cane o gatto è possibile. Ecco alcuni consigli per decifrare il loro linguaggio e farsi comprendere, costruendo un legame più profondo.
Arricchire il vocabulaire del proprio animale
Un cane può comprendere dai 100 ai 250 vocaboli. L’apprendimento avviene tramite un condizionamento associativo che consiste nell’unire il gesto alla parola: pronunciate ad esempio il termine “palla” e lanciategliela. Un clicker (un dispositivo che emette un segnale sonoro quando si preme un pulsante) può essere d’aiuto: per insegnare “zampa” al vostro cane, dite la parola e fate cliccare il dispositivo offrendo un premio. Il suono permette di marcare con precisione il momento in cui l’azione viene eseguita e di associarla al premio offerto. Una sequenza da ripetere.
Premiare il cane con parsimonia. Incoraggiare i buoni comportamenti, rafforzare il rapporto di fiducia… Le ragioni per viziare il proprio amico a quattro zampe sono tante. Affinché la gratificazione sia efficace, deve rimanere un evento eccezionale. Optate per una coccola più lunga piuttosto che una semplice carezza se finalmente ha dormito nella sua cuccia. E congratulatelo con voce calorosa. Detto questo, gli “agenti di rinforzo” sono spesso alimentari. Invece di una piccola razione extra delle sue crocchette abituali, date al vostro cane della carne essiccata o del paté da leccare (venduto in tubetto) come premio speciale. Anche un nuovo gioco può dimostrargli che siete contenti di lui. All’inizio dell’apprendimento, la ricompensa deve essere fornita ogni volta che l’animale obbedisce per consolidare l’abitudine. Successivamente, dovrà essere diminuita gradualmente.
Trovare il giusto tono per parlare al proprio animale. L’intonazione è fondamentale, non esitate a enfatizzare i dialoghi. È stato dimostrato che il pet-directed speech (linguaggio rivolto all’animale) è particolarmente efficace per attirare la loro attenzione. Simile al “baby talk”, si distingue per un tono di voce più alto, un fraseggio più lento e una postura rivolta al destinatario. Questo modo di comunicare favorisce un migliore apprendimento e memorizzazione.
Osservare il comportamento del proprio cane o gatto. L’intera postura dell’animale è significativa. In un cane spaventato, le orecchie e la coda sono abbassate. Ma attenzione alle interpretazioni affrettate: un cane che scodinzola può cercare di calmarsi e un gatto che fa le fusa può provare un forte dolore! Altri segni di sofferenza saranno spesso associati: perdita di appetito, riduzione dell’attività, eccessivo grooming… L’importante è conoscere il comportamento abituale del proprio animale domestico per individuare meglio le variazioni.
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Decodificare i miagolii del proprio gatto. I gatti adulti non comunicano tra loro miagolando. È a contatto con gli umani che diventano loquaci! Il loro obiettivo: attirare la nostra attenzione per mangiare, giocare… Si possono distinguere i miagolii detti “affiliativi” e/o di benessere da quelli “agonistici”, di dolore o stress. Ma bisogna prestare attenzione ad altri elementi: se Tigro fa avanti e indietro tra la porta della camera da letto e il vostro letto miagolando e guardandovi, significa che non vede l’ora di andare a dormire con voi.
Sanzionare il proprio gatto o cane a ragion veduta. Innanzitutto, le percosse sono da bandire. Tuttavia, la punizione di un comportamento è possibile a patto che sia sistematica e immediata. Ad esempio, se si vuole impedire a un gatto di saltare sul tavolo, bisogna dirgli “no”, idealmente nel momento in cui sta per salire, con voce forte e grave. Associare il gesto alla parola, ad esempio aggrottando le sopracciglia, vi aiuterà a farvi capire. Per il cane, si può anche giocare la carta affettiva: ignorarlo apertamente quando abbaia o isolarlo dal gruppo quando mordicchia durante un gioco… Ma soprattutto, non dimenticate che la punizione funziona come specchio del rinforzo positivo. Quando smette di abbaiare, fategli sapere che siete contenti.
Mostrare le proprie emozioni al proprio animale. Le emozioni possono facilitare o ostacolare la comunicazione. Cani e gatti reagiscono ai movimenti, ma anche agli odori, ai suoni… Rilevano in particolare gli ormoni dello stress nel nostro sudore, riconoscono diverse espressioni facciali… e ricorderebbero persino il nostro stato d’animo da un incontro all’altro. Ricordate che tendono ad adattare il loro comportamento al nostro umore. Un gatto verrà a rannicchiarsi contro di voi quando siete malati perché alcuni indizi (come una voce calma) gli fanno pensare che lo accoglierete favorevolmente.
Rassicurare il proprio cane o gatto se è geloso. Non tutti i professionisti concordano sul fatto che i nostri amici animali provino questa emozione. Ma se il vostro gatto urina sui pantaloni di un nuovo arrivato in casa, è probabilmente perché le sue abitudini sono state stravolte e avete meno tempo per rispondere ai suoi bisogni fondamentali. La soluzione? Mantenere il più possibile i suoi rituali. Non chiedetegli nemmeno di condividere i suoi giochi o la sua cuccia con un nuovo animale domestico. Molti comportamenti etichettati come “gelosia” possono essere spiegati dal fatto che, temendo di rimanere privo di qualcosa, l’animale metterà in atto un comportamento di protezione.
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