• Chi siamo
  • Contatti
  • Disclaimer
22 Maggio, giovedì, 2025
SapereOra
  • Home
  • Italia
  • Dal mondo
  • Affari
    • Finanza e Investimenti
    • Lavoro e Carriera
    • Scuola e Università
  • Scienza e Tecnologia
    • Ambiente e Sostenibilità
    • Animali e Natura
    • Internet e Social
    • Scienza e Tecnologia
    • Storia
  • Intrattenimento
    • Cultura e Spettacolo
    • Film e Serie TV
    • Protagonisti e VIP
  • Sport
    • Auto e Motori
    • Sport e Attività Fisica
  • Salute
    • Salute e Benessere
    • Psicologia e Benessere Mentale
    • Alimentazione
  • LifeStyle
    • Casa e Giardino
    • Guide
    • Moda e Bellezza
    • Relazioni e Vita di Coppia
    • Religione e Spiritualità
    • Ricette
    • Società
    • Storia
    • Storie
  • Turismo
No Result
View All Result
SapereOra.it
No Result
View All Result

Campi Flegrei, evidenziato uno “strato debole” nella crosta terrestre per aiutare a comprendere il fenomeno del bradisismo

di SapereOra
7 Maggio 2025
in Ambiente e Sostenibilità
0 0
A A
0
Campi Flegrei, evidenziato uno “strato debole” nella crosta terrestre per aiutare a comprendere il fenomeno del bradisismo

Un recente studio dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), pubblicato sulla rivista scientifica AGU Advances, ha identificato una zona più fragile del previsto nella crosta terrestre sotto la caldera dei Campi Flegrei, una delle aree vulcaniche più attive e complesse d’Europa.

Dove si trova lo strato debole

Secondo i ricercatori, questo strato debole si trova a una profondità compresa tra i 3 e i 4 chilometri e potrebbe spiegare fenomeni come il sollevamento del suolo e l’attività sismica che, periodicamente, interessano l’area flegrea.

Utilizzate immagini tridimensionali

Lo studio, condotto nell’ambito del progetto LOVE CF finanziato dall’INGV, nasce da una collaborazione tra l’INGV, Università di Grenoble Alpes e Università di Bologna, e si basa su analisi approfondite di campioni rocciosi estratti da un pozzo geotermico profondo circa 3 km.

I ricercatori hanno utilizzato tecniche avanzate di laboratorio e immagini tridimensionali ad alta risoluzione del sottosuolo fino a 4 km per “osservare” cosa accade sotto i nostri piedi.

I fluidi magmatici

“Abbiamo individuato un’importante transizione a circa di 2,5–2,7 km di profondità, dove si osserva un indebolimento degli strati crostali. Al di sotto di questa soglia, la crosta appare più porosa e permeabile del previsto, e quindi meno resistente, favorendo l’accumulo di fluidi magmatici”, spiega Lucia Pappalardo, ricercatrice INGV e coautrice dello studio. “Questi fluidi, intrappolati, aumentano progressivamente in volume e pressione, innescando deformazioni del suolo e attività sismica”.

Perché quest’area è più debole

“Le simulazioni numeriche hanno mostrato che nelle passate epoche eruttive, numerose piccole intrusioni di magma si sono arrestate proprio in questa zona, alla transizione tra le rocce carbonatiche profonde e i tufi vulcanici più superficiali, contribuendo a renderla via via più debole”, aggiunge Francesco Maccaferri, ricercatore INGV e co-autore dello studio.

“Questo strato indebolito non soltanto funge da trappola per i fluidi magmatici profondi, ma potrebbe condizionare anche una eventuale futura risalita di magma”, precisa Gianmarco Buono, ricercatore INGV e coautore dello studio.

La fase di stasi

Nel caso di piccoli volumi di magma, questi tendono a deviare il proprio percorso e ad arrestarsi in prossimità del contatto tra un substrato rigido, probabilmente calcareo, ed i tufi sovrastanti, raffreddandosi prima di raggiungere la superficie in quello che viene definito un processo di eruzione abortita. Tuttavia, se l’accumulo di magma avviene più rapidamente, potrebbe non avere il tempo di raffreddarsi e, dopo una fase di stasi a 3-4 km di profondità, riprendere la sua risalita, come osservato nell’ultima eruzione dei Campi Flegrei del 1538, che portò alla formazione del Monte Nuovo.

Questo studio, però, non esclude che, in caso di risalita di volumi maggiori di magma dal serbatoio profondo (posto a circa 7-8 km di profondità), il magma possa raggiungere direttamente la superficie, senza attraversare una fase di stasi nello strato crostale indebolito — un meccanismo che potrebbe aver caratterizzato alcune eruzioni di epoche passate.

Leggi anche: Come si elegge il Papa: il rito dello scrutinio spiegato passo dopo passo

Comprendere il comportamento del vulcano

“Questa ricerca non influenza direttamente le nostre previsioni a breve termine, ma è un tassello fondamentale per comprendere il comportamento del vulcano e migliorare la nostra capacità di monitorarlo”, sottolinea Mauro Antonio Di Vito, Direttore dell’Osservatorio Vesuviano (INGV-OV). “Solo con una conoscenza sempre più dettagliata del sistema vulcanico e della sua dinamica possiamo sperare di anticipare segnali critici e ridurre i rischi per le persone”.

La scoperta conferma quanto sia importante continuare a studiare in profondità il sistema dei Campi Flegrei e mantenere alto il livello di attenzione attraverso un monitoraggio continuo e multidisciplinare.

Iscriviti gratis ai nostri canali per non perdere nessun nostro post!

Telegram: iscriviti qui
WhatsApp
: iscriviti qui

Tag: agu advancesbradisismocalderacampi flegreicrosta terrestreeruzioniingvstrato debolestudio
Next Post
La nave da ricerca Gaia Blu pronta a solcare il Mediterraneo

La nave da ricerca Gaia Blu pronta a solcare il Mediterraneo

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Sponsor

Seguici su Beloud

Notifiche

Clicca qui e iscriviti ora!
Jet privato: quanto costa davvero tra acquisto, noleggio e manutenzione?

Jet privato: quanto costa davvero tra acquisto, noleggio e manutenzione?

22 Maggio 2025
Nasce la prima Biblioteca della Biodiversità in Italia: scienza, cultura e partecipazione protagoniste

Nasce la prima Biblioteca della Biodiversità in Italia: scienza, cultura e partecipazione protagoniste

20 Maggio 2025
Neuropatia, i campanelli d’allarme: i segnali da non ignorare

Neuropatia, i campanelli d’allarme: i segnali da non ignorare

20 Maggio 2025

Commenti recenti

  • SapereOra su Quale frutta non mangiare se hai il diabete? Scopri gli errori da evitare a tavola
  • Aurelio Costantini su Quale frutta non mangiare se hai il diabete? Scopri gli errori da evitare a tavola
  • Sandro su Quanto guadagna il Papa? Ecco la verità sullo stipendio del Pontefice
  • Arci su Queste 10 abitudini stanno rovinando il tuo cervello (senza che tu lo sappia)
  • Gilberto gordigiani su Frittata di patate: la ricetta perfetta e la sua storia

Sponsor

  • Chi siamo
  • Contatti
  • Disclaimer

© 2025 - SapereOra - Testata giornalistica online - Direttore responsabile: Walter Giannò - In redazione: Veronica Femminino.

No Result
View All Result
  • Home
  • Italia
  • Dal mondo
  • Affari
    • Finanza e Investimenti
    • Lavoro e Carriera
    • Scuola e Università
  • Scienza e Tecnologia
    • Ambiente e Sostenibilità
    • Animali e Natura
    • Internet e Social
    • Scienza e Tecnologia
    • Storia
  • Intrattenimento
    • Cultura e Spettacolo
    • Film e Serie TV
    • Protagonisti e VIP
  • Sport
    • Auto e Motori
    • Sport e Attività Fisica
  • Salute
    • Salute e Benessere
    • Psicologia e Benessere Mentale
    • Alimentazione
  • LifeStyle
    • Casa e Giardino
    • Guide
    • Moda e Bellezza
    • Relazioni e Vita di Coppia
    • Religione e Spiritualità
    • Ricette
    • Società
    • Storia
    • Storie
  • Turismo

© 2025 - SapereOra - Testata giornalistica online - Direttore responsabile: Walter Giannò - In redazione: Veronica Femminino.

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In