La sindrome di Berdon, anche nota come sindrome megacisti-microcolon-ipoperistalsi intestinale (MMIHS), è una malattia genetica estremamente rara che si manifesta fin dalla nascita. Colpisce principalmente il sistema digestivo e urinario, causando una serie di gravi complicazioni che richiedono un’attenta gestione medica per tutta la vita del paziente.
Le cause genetiche della sindrome
La sindrome di Berdon è causata da mutazioni in specifici geni, in particolare il gene ACTG2. Queste mutazioni compromettono la normale formazione e funzione delle cellule muscolari lisce e dei nervi che controllano il tratto gastrointestinale e la vescica. Di conseguenza, si verificano anomalie strutturali e funzionali in questi organi, portando ai sintomi caratteristici della malattia.
I sintomi principali
I neonati affetti dalla sindrome di Berdon presentano tipicamente una serie di sintomi che si manifestano subito dopo la nascita o nelle prime settimane di vita. Tra i sintomi più comuni troviamo:
- Megacisti: una vescica estremamente dilatata, che può causare difficoltà nella minzione e infezioni urinarie ricorrenti.
- Microcolon: un colon di dimensioni ridotte, che ostacola il passaggio delle feci e può portare a stipsi ostinata.
- Ipoperistalsi intestinale: una ridotta o assente attività contrattile dell’intestino, che compromette la digestione e l’assorbimento dei nutrienti.
- Dilatazione dell’intestino tenue: un allargamento anomalo dell’intestino tenue, che può causare dolore addominale, vomito e malnutrizione.
- Idronefrosi: una dilatazione dei reni a causa dell’ostruzione del flusso urinario, che può compromettere la funzione renale.
La diagnosi e la gestione della malattia
La diagnosi della sindrome di Berdon si basa sulla combinazione di sintomi clinici, esami di imaging come radiografie e ecografie, e, in alcuni casi, test genetici per identificare le mutazioni responsabili.
La gestione di questa complessa malattia richiede un approccio multidisciplinare che coinvolge diversi specialisti, tra cui gastroenterologi, urologi, nefrologi e nutrizionisti. L’obiettivo principale è quello di alleviare i sintomi, prevenire le complicanze e garantire una crescita e uno sviluppo adeguati del bambino.
Le sfide terapeutiche
Purtroppo, non esiste una cura definitiva per la sindrome di Berdon. Il trattamento si concentra sulla gestione dei sintomi e delle complicanze. Spesso, i neonati affetti richiedono un intervento chirurgico per correggere le anomalie strutturali, come la megacisti o il microcolon.
La nutrizione è un aspetto cruciale nella gestione della sindrome di Berdon. A causa dell’ipoperistalsi intestinale, molti pazienti non sono in grado di alimentarsi normalmente e necessitano di nutrizione parenterale, ovvero l’infusione di nutrienti direttamente nel flusso sanguigno.
La ricerca e le prospettive future
La ricerca sulla sindrome di Berdon è ancora in corso, con l’obiettivo di comprendere meglio i meccanismi molecolari alla base della malattia e sviluppare nuove terapie più efficaci. La terapia genica rappresenta una promettente area di ricerca, con la speranza di poter correggere le mutazioni genetiche responsabili della malattia.
Iscriviti gratis ai nostri canali per non perdere nessun nostro post!
Telegram: iscriviti qui
WhatsApp: iscriviti qui