La pancreatite, infiammazione del pancreas, rappresenta una condizione medica che richiede attenzione immediata. Questo organo, situato dietro lo stomaco, produce enzimi digestivi e ormoni come l’insulina. Quando si infiamma, provoca sintomi debilitanti e, nei casi più seri, complicanze letali. La pancreatite si divide in due forme: acuta, che insorge improvvisamente, e cronica, che si sviluppa nel tempo. Colpisce persone di ogni età, ma i rischi aumentano negli anziani o in chi presenta fattori predisponenti. Ogni anno, in Italia, migliaia di persone affrontano questa patologia, con un impatto significativo sul sistema sanitario.
Cause e fattori di rischio
Diversi elementi scatenano la pancreatite. I calcoli biliari, che ostruiscono i dotti pancreatici, rappresentano la causa principale negli adulti, specialmente nelle donne sopra i 50 anni. L’abuso di alcol è un altro fattore comune, responsabile di circa il 30% dei casi di pancreatite cronica. Altri trigger includono farmaci (come diuretici o steroidi), infezioni virali, traumi addominali, livelli elevati di trigliceridi e, raramente, tumori pancreatici. Nei pazienti anziani, le comorbidità come diabete o malattie cardiovascolari aumentano il rischio di complicanze.
Sintomi da riconoscere
La pancreatite acuta si manifesta con dolore addominale intenso, spesso irradiato alla schiena, accompagnato da nausea, vomito, febbre e battito cardiaco accelerato. Nei casi cronici, i sintomi includono dolore persistente, perdita di peso e difficoltà digestive, dovute a una ridotta produzione di enzimi. Il dolore è il campanello d’allarme principale. Ignorarlo può portare a diagnosi tardive. Negli anziani, i sintomi possono essere meno specifici, come confusione o debolezza, rendendo la diagnosi più complessa. Un’ecografia o una TAC confermano la presenza di infiammazione o complicanze come pseudocisti.
Quando diventa grave
La gravità della pancreatite varia. La forma lieve, che rappresenta circa l’80% dei casi acuti, si risolve in pochi giorni con cure adeguate. Tuttavia, la pancreatite grave, che colpisce il 20% dei pazienti, può causare necrosi pancreatica, sepsi o insufficienza multiorgano. Gli anziani, specialmente sopra gli 80 anni, affrontano rischi maggiori a causa della ridotta resilienza fisica. Sistemi come il punteggio di Ranson valutano la gravità considerando età, parametri vitali e analisi di laboratorio. Un ricovero in terapia intensiva diventa necessario se si sviluppano complicanze sistemiche. La mortalità per pancreatite grave può superare il 20% in questa fascia d’età.
Trattamenti e gestione
Il trattamento dipende dalla gravità e dalla causa. Nei casi acuti, i medici impongono il digiuno per ridurre lo stress sul pancreas, somministrano fluidi endovenosi e analgesici. Se i calcoli biliari sono la causa, una colangiopancreatografia retrograda endoscopica (ERCP) rimuove l’ostruzione. Infezioni o necrosi richiedono antibiotici o interventi chirurgici. Per la pancreatite cronica, i pazienti seguono una dieta a basso contenuto di grassi e assumono enzimi pancreatici. Negli anziani, i medici adattano le terapie per minimizzare i rischi legati a farmaci o procedure invasive.
Prevenzione e consigli pratici
Prevenire la pancreatite richiede uno stile di vita sano. Limitare l’alcol, seguire una dieta equilibrata e controllare i livelli di trigliceridi riduce i rischi. Chi assume farmaci potenzialmente dannosi per il pancreas dovrebbe sottoporsi a controlli regolari. Per i pazienti con calcoli biliari, una colecistectomia preventiva evita complicanze. I familiari di pazienti anziani devono vigilare su sintomi vaghi e insistere per una valutazione medica tempestiva.
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