L’infarto miocardico si verifica quando un’arteria coronaria si ostruisce, bloccando il flusso di sangue al cuore. Questa condizione richiede un intervento immediato. Ogni anno, in Italia, circa 120.000 persone subiscono un infarto, secondo l’Istituto Superiore di Sanità. La tempestività nel riconoscere i sintomi aumenta le probabilità di sopravvivenza. I segnali variano tra individui, ma alcuni sono comuni e non devono mai essere ignorati.
Dolore toracico: il campanello d’allarme
Il sintomo più frequente dell’infarto è un dolore toracico intenso, spesso descritto come una sensazione di oppressione o schiacciamento. Il dolore può durare diversi minuti e irradiarsi verso braccia, spalle, collo o mandibola. Non sempre è improvviso: in alcuni casi, si manifesta gradualmente. Gli esperti sottolineano che qualsiasi dolore toracico persistente richiede una valutazione medica immediata.
Sintomi atipici: non solo dolore
Non tutti gli infarti si presentano con dolore toracico. Alcuni pazienti, specialmente donne e anziani, avvertono sintomi meno evidenti. Nausea, sudorazione fredda, stanchezza estrema o difficoltà respiratorie possono indicare un problema cardiaco. Questi segnali, spesso confusi con indigestione o stress, richiedono attenzione. La Fondazione Veronesi evidenzia che le donne hanno il 50% di probabilità in più di sottovalutare i sintomi rispetto agli uomini.
Fattori di rischio: chi è più vulnerabile
Alcuni individui presentano un rischio maggiore di infarto. Ipertensione, colesterolo alto, diabete, fumo e obesità aumentano la probabilità di eventi cardiaci. Anche la familiarità gioca un ruolo chiave: chi ha parenti di primo grado con problemi cardiaci deve monitorare la propria salute. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, uno stile di vita sano riduce il rischio fino all’80%. Adottare una dieta equilibrata, fare attività fisica regolare e smettere di fumare sono passi fondamentali.
Cosa fare in caso di sospetto infarto
Se si sospetta un infarto, agire rapidamente è cruciale. Chiamare il 118 immediatamente può fare la differenza. Gli operatori forniranno istruzioni, come mantenere la calma e non muoversi eccessivamente. Non guidare né attendere che i sintomi passino. Se possibile, masticare un’aspirina può aiutare a fluidificare il sangue, ma solo su indicazione medica.
Prevenzione: il potere delle abitudini
Prevenire un infarto richiede consapevolezza e impegno. Controlli regolari di pressione e colesterolo identificano problemi prima che diventino gravi. L’attività fisica, come 30 minuti di camminata veloce al giorno, rafforza il cuore. Una dieta ricca di frutta, verdura e cereali integrali, con pochi grassi saturi, protegge le arterie. La gestione dello stress, attraverso tecniche come la meditazione, contribuisce a mantenere il cuore sano. La Società Italiana di Cardiologia raccomanda screening annuali per chi ha più di 40 anni o fattori di rischio.
Innovazioni nella diagnosi precoce
La tecnologia sta rivoluzionando la diagnosi dell’infarto. Dispositivi indossabili, come smartwatch, monitorano il battito cardiaco e segnalano anomalie. Algoritmi di intelligenza artificiale analizzano esami del sangue per prevedere il rischio cardiaco con precisione.
L’importanza della consapevolezza collettiva
Educare la popolazione sui sintomi dell’infarto salva vite. Campagne di sensibilizzazione, come quelle promosse dalla Fondazione Italiana per il Cuore, insegnano a riconoscere i segnali e agire senza esitazione. Scuole e luoghi di lavoro dovrebbero includere corsi di primo soccorso. Sapere come eseguire un massaggio cardiaco o utilizzare un defibrillatore può fare la differenza in attesa dei soccorsi. La Croce Rossa Italiana offre programmi di formazione accessibili a tutti.
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