Ogni anno, più di 5.000 donne in Italia ricevono una diagnosi di cancro ovarico, secondo i dati aggiornati al 12 luglio 2024 diffusi dall’AIRC. Questa neoplasia, che ha colpito anche la modella Bianca Balti, è tra le forme tumorali con tassi di sopravvivenza più bassi, con una media del 40% a cinque anni dalla diagnosi, che si riduce drasticamente nel tempo.
I sintomi spesso ignorati
Il cancro ovarico è particolarmente insidioso perché i sintomi – tra cui dolore addominale, senso di peso e gonfiore, difficoltà a respirare e mangiare, oltre a nausea e stanchezza – sono piuttosto vaghi e possono facilmente essere attribuiti ad altre patologie meno gravi. Questo ritardo nella diagnosi fa sì che molte donne scoprano la malattia solo quando è ormai in stadio avanzato.
Le sfide nella diagnosi
Gli strumenti diagnostici, come ecografie e esami radiologici, sono spesso inefficaci nelle fasi iniziali del tumore, individuando alterazioni significative solo quando il cancro ha già compromesso le ovaie o altri organi pelvici. Anche la visita ginecologica annuale, pur utile per altre condizioni, non è sufficiente per prevenire la diagnosi tardiva del tumore ovarico.
Il ruolo della genetica e dei test preventivi
Le donne con una storia familiare di tumore mammario o ovarico o con una mutazione genetica (come il gene BRCA1 o BRCA2) sono a maggior rischio. In questi casi, esami specifici possono aiutare a individuare precocemente il tumore. La componente genetica gioca un ruolo chiave, con una percentuale significativa di tumori ovarici legata a mutazioni ereditate.
Terapie avanzate: chirurgia, chemioterapia e nuove speranze
La terapia principale per il cancro ovarico resta la chirurgia, spesso integrata con approcci multidisciplinari che coinvolgono altre figure mediche, come l’oncologo e l’urologo. Alla chirurgia si affianca la chemioterapia, ma nuove speranze sono arrivate con i Parp inibitori, farmaci innovativi nati per le pazienti con mutazioni genetiche specifiche, ma che si sono dimostrati efficaci anche in altri casi.
Parp inibitori: una nuova frontiera terapeutica
Questi farmaci, sebbene costosi, offrono vantaggi significativi: non solo aumentano la sopravvivenza, ma possono essere gestiti direttamente dalle pazienti, riducendo la necessità di assistenza medica continua e limitando gli effetti collaterali. Sono oggi considerati una delle scoperte più promettenti nel trattamento del tumore ovarico.