Il morbo di Alzheimer è una delle malattie più invalidanti che colpiscono il cervello, principalmente in età avanzata. Tuttavia, grazie ai progressi della ricerca, è possibile individuare segnali precoci che potrebbero comparire addirittura decenni prima dei sintomi conclamati.
Il professor Daniel Amen, uno psichiatra e ricercatore di neuroimaging di fama internazionale, ha recentemente pubblicato un video su TikTok che ha raggiunto milioni di visualizzazioni, svelando quattro campanelli d’allarme legati all’Alzheimer. “Il morbo di Alzheimer, in realtà, inizia nel cervello decenni prima che si manifestino i sintomi”, ha spiegato Amen, sottolineando l’importanza di una diagnosi precoce.
1. Scarsa memoria: un primo segnale da monitorare
Il primo campanello d’allarme è una scarsa memoria, da valutare in rapporto ai dieci anni precedenti. Secondo il professor Amen, “sebbene la perdita occasionale di memoria sia una normale conseguenza dell’invecchiamento, le persone affette da demenza hanno difficoltà a ricordare eventi recenti, conversazioni o dettagli importanti”.
Il problema si lega al deterioramento dell’ippocampo, l’area del cervello deputata alla gestione dei ricordi. Questo è spesso il primo distretto cerebrale a essere danneggiato dal morbo di Alzheimer, portando i pazienti a sperimentare una crescente difficoltà nella gestione della memoria.
2. Difficoltà di giudizio e impulsività
Il secondo segnale riguarda le capacità di giudizio e la tendenza all’impulsività. Amen spiega che il danno ai lobi frontali del cervello, aree chiave per il ragionamento e il processo decisionale, può manifestarsi con una riduzione della capacità di gestire situazioni quotidiane.
“È come se il tuo cervello andasse offline”, ha dichiarato l’esperto, sottolineando come queste difficoltà possano impattare gravemente sulla qualità della vita e sulla capacità di affrontare problemi complessi.
3. Calo dell’attenzione e della concentrazione
Un terzo segnale precoce è il calo della capacità di attenzione e di concentrazione, che tende a peggiorare nel tempo. Questo fenomeno può causare difficoltà nello svolgimento di compiti quotidiani che prima erano semplici.
Amen distingue questo problema dal deficit di attenzione-iperattività (ADHD), sottolineando che “la tendenza a distrarsi, a differenza dell’ADHD che hai da tutta la vita, sembra accelerare”. Il deterioramento cognitivo, in questo caso, è progressivo e può influenzare negativamente molteplici aspetti della vita quotidiana.
4. Cambiamenti d’umore e difficoltà emotive
L’ultimo campanello d’allarme riguarda i cambiamenti d’umore. Studi precedenti hanno dimostrato che le persone affette da Alzheimer presentano una maggiore incidenza di depressione rispetto alla popolazione generale.
“I pazienti sperimentano spesso cambiamenti emotivi come irritabilità o gravi sbalzi d’umore e spesso hanno meno controllo sui propri sentimenti”, spiega Amen. Questi cambiamenti sono legati al danno delle aree cerebrali responsabili della regolazione delle emozioni, portando i pazienti a sentirsi confusi o ansiosi, soprattutto in situazioni fuori dalla loro zona di comfort.
Prevenzione e consapevolezza: l’importanza della diagnosi precoce
L’identificazione di questi segnali rappresenta un’opportunità per intervenire in anticipo, adottando strategie di prevenzione e trattamenti mirati. Il professor Amen sottolinea che la consapevolezza pubblica e l’educazione su questi temi sono fondamentali per migliorare la qualità della vita dei pazienti e rallentare il progresso della malattia.
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