Ti è mai capitato di passare la notte fuori casa, magari in un hotel o a casa di amici, e di non riuscire a chiudere occhio? Ti giri e rigiri nel letto, il sonno non arriva e la mattina dopo ti senti stanco e irritabile. Non preoccuparti, non sei solo! Questo fenomeno è molto comune e ha una spiegazione scientifica: si chiama “effetto della prima notte“.
Il cervello vigile
Quando dormiamo in un ambiente nuovo, il nostro cervello non si abbandona completamente al sonno. Mentre una parte di esso si riposa, l’altra rimane in uno stato di allerta, pronta a reagire a eventuali pericoli. È come se il cervello dicesse: “Ehi, non conosco questo posto, meglio restare vigili!”.
Questo meccanismo di difesa ha radici antiche e risale ai nostri antenati, quando dormire in un luogo sconosciuto poteva significare esporsi a predatori o altre minacce. Anche se oggi non dobbiamo più preoccuparci di tigri dai denti a sciabola, il nostro cervello ha mantenuto questo istinto di sopravvivenza.
Sonno uniemisferico
Gli studi scientifici hanno dimostrato che durante l’effetto della prima notte, il nostro cervello sperimenta un fenomeno chiamato “sonno uniemisferico“. In pratica, solo un emisfero cerebrale si addormenta profondamente, mentre l’altro rimane parzialmente attivo, monitorando l’ambiente circostante.
Questo spiega perché la prima notte in un posto nuovo possiamo essere più sensibili ai rumori, alla luce o ad altri stimoli esterni. Il nostro cervello è in uno stato di “dormiveglia“, a metà tra il sonno e la veglia.
L’emisfero sinistro
In particolare, è l’emisfero sinistro a rimanere più attivo durante l’effetto della prima notte. Questo emisfero è responsabile del linguaggio, della logica e del pensiero analitico, ma svolge anche un ruolo importante nel rilevamento di stimoli ambientali e nell’elaborazione delle emozioni.
Mantenendo un certo livello di attività, l’emisfero sinistro ci permette di reagire prontamente a eventuali minacce, anche durante il sonno. È come avere una sentinella che veglia su di noi mentre dormiamo.
L’effetto della prima notte
Fortunatamente, l’effetto della prima notte è un fenomeno temporaneo. Già dalla seconda notte in poi, il nostro cervello si adatta al nuovo ambiente e ci permette di dormire più profondamente. L’emisfero sinistro si rilassa e si abbandona al sonno, consentendoci di riposare meglio.
Tuttavia, alcune persone possono essere più sensibili all’effetto della prima notte e sperimentare disturbi del sonno più intensi o prolungati. In questi casi, è possibile adottare alcune strategie per favorire il rilassamento e conciliare il sonno.

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Consigli per dormire bene fuori casa
Ecco alcuni consigli per contrastare l’effetto della prima notte e dormire sonni tranquilli anche in un ambiente nuovo:
- Crea un ambiente familiare: Porta con te oggetti che ti fanno sentire a casa, come il tuo cuscino preferito, una coperta o un libro.
- Rilassati prima di dormire: Fai un bagno caldo, leggi un libro o ascolta musica rilassante per calmare la mente e preparare il corpo al sonno.
- Evita caffeina e alcol: Queste sostanze possono interferire con il sonno e rendere più difficile addormentarsi.
- Mantieni una routine regolare: Cerca di andare a letto e svegliarti alla stessa ora, anche quando sei fuori casa.
- Oscura la stanza: Assicurati che la stanza sia buia e silenziosa per favorire il sonno.
- Fai esercizio fisico: L’attività fisica può aiutare a migliorare la qualità del sonno, ma evita di fare esercizio intenso nelle ore serali.
- Utilizza tecniche di rilassamento: Se hai difficoltà ad addormentarti, prova tecniche di rilassamento come la meditazione o la respirazione profonda.
L’effetto della prima notte negli animali
L’effetto della prima notte non è esclusivo degli esseri umani. Anche molti animali, come delfini, uccelli e alcuni mammiferi, sperimentano il sonno uniemisferico, mantenendo un emisfero cerebrale attivo mentre l’altro riposa. Questo meccanismo permette loro di rimanere vigili e reagire a eventuali pericoli, anche durante il sonno.
Ad esempio, i delfini dormono con un solo emisfero cerebrale alla volta, mantenendo l’altro attivo per poter risalire in superficie e respirare. Gli uccelli migratori possono dormire mentre volano, mantenendo un emisfero attivo per controllare la direzione del volo.
Le nuove tecnologie
Le nuove tecnologie possono influire sull’effetto della prima notte. L’uso di dispositivi elettronici prima di dormire, come smartphone e tablet, può interferire con la produzione di melatonina, l’ormone che regola il ciclo sonno-veglia, rendendo più difficile addormentarsi.
Inoltre, l’esposizione alla luce blu emessa da questi dispositivi può stimolare l’attività cerebrale e rendere più difficile il rilassamento. È quindi consigliabile evitare l’uso di dispositivi elettronici nelle ore serali, per favorire un sonno più riposante.
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