Il tonno è un alimento ricco di proteine e acidi grassi omega-3, ma può contenere tracce di mercurio, un metallo pesante che si accumula nell’ambiente marino a causa di attività naturali e umane. I grandi tonni, essendo predatori all’apice della catena alimentare, tendono a bioaccumulare maggiori quantità di mercurio nei loro tessuti.
Come riporta Curieux.live, la ONG Bloom ha recentemente messo in guardia sulla presenza di mercurio nel tonno in scatola. Cerchiamo di capire meglio di cosa si tratta.
Cos’è il mercurio
Il mercurio è un elemento naturalmente presente nella crosta terrestre. Eruzioni vulcaniche o incendi boschivi sono tutte cause naturali del suo rilascio nell’atmosfera. Il mercurio si diffonde anche nel nostro ambiente a causa delle attività umane. Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Salute), queste ultime costituiscono oggi “la causa principale delle emissioni di mercurio che proviene in particolare dalle centrali elettriche a carbone, dall’uso domestico del carbone per il riscaldamento e la cucina, dai processi industriali, dagli inceneritori di rifiuti e dall’estrazione mineraria di mercurio, oro e altri metalli”.
Qualche anno fa, ed esattamente nel 2018, il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) ha stimato a 2.500 tonnellate il volume globale delle emissioni di mercurio di origine umana nell’atmosfera.
C’è mercurio nell’oceano e non soltanto
Il mercurio circola nell’ambiente per migliaia di anni e su lunghe distanze, finendo negli oceani.
Uno studio pubblicato nel settembre 2021 sulla rivista Nature, sottolinea che la metà dell’inquinamento da mercurio negli oceani globali avviene attraverso gli scambi di gas, come se l’oceano lo “respirasse”. L’altra parte arriva via fiume dalle piogge.
Giunto nell’ambiente marino, il mercurio si trasforma in metilmercurio.
“La metilazione del mercurio è efficace nei sedimenti sotto l’azione di microrganismi e, nella colonna d’acqua, in presenza di fitoplancton ”, spiegano Marc Bouchoucha e i suoi coautori nel loro monitoraggio della contaminazione chimica effettuato dall’Ifremer lungo le coste del Mediterraneo.
I piccoli pesci, che si nutrono di piante e altri organismi presenti nel mare, accumulano metilmercurio nei loro tessuti muscolari. Il metilmercurio finisce così nella catena alimentare.
Il tonno è un esempio di quei pesci in cima alla catena alimentare la cui carne contiene alte concentrazioni di metilmercurio, dannoso per la salute.
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Consumare il tonno con moderazione
Per questo motivo, è consigliabile consumare il tonno con moderazione, soprattutto per donne in gravidanza, bambini e soggetti vulnerabili. Alternare il consumo di tonno con altre fonti di pesce meno contaminato è un buon modo per ottenere i benefici nutrizionali riducendo il rischio di esposizione al mercurio.
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