Uno studio statunitense, iniziato nel 2003 e pubblicato sulla rivista Neurology, ha evidenziato un collegamento tra l’esposizione prolungata al cadmio e il rischio di sviluppare demenza in età avanzata. Questo metallo pesante, noto per la sua tossicità, è stato riconosciuto come uno dei principali fattori di neurotossicità, soprattutto tra coloro che hanno un’esposizione cronica, come i fumatori. Il cadmio, infatti, è presente nel fumo di sigaretta, uno dei principali veicoli di introduzione di questa sostanza nell’organismo umano.
Fonti di esposizione e rischi correlati
Oltre al fumo, il cadmio si trova nell’aria, nell’acqua e nel terreno, spesso come risultato di attività industriali e agricole. Questo metallo viene assorbito attraverso l’inquinamento atmosferico e anche attraverso alcuni alimenti. Sebbene tutte queste fonti rappresentino un rischio, gli studiosi mettono in particolare allerta i fumatori, che assorbono il cadmio a livelli molto più elevati rispetto alla popolazione non fumatrice. Il cadmio, già noto per essere un cancerogeno, ha mostrato anche una correlazione significativa con il deterioramento cognitivo.
Lo studio Regards e i risultati sorprendenti
Lo studio Regards, che ha analizzato oltre 30mila persone tra il 2003 e il 2007, ha rivelato che i livelli di cadmio presenti nel corpo dei partecipanti, misurati tramite campioni di urina, erano strettamente legati al rischio di demenza. Questo legame era particolarmente evidente tra i partecipanti bianchi, ma non è stato riscontrato lo stesso effetto tra i partecipanti neri. I ricercatori ipotizzano che questa differenza possa essere dovuta a vari fattori, tra cui la quantità di sigarette fumate e la capacità di metabolizzare il cadmio.
Impatto dell’esposizione cronica sul sistema nervoso
Il cadmio attacca principalmente l’ippocampo, un’area del cervello fondamentale per la memoria e l’orientamento. L’accumulo di cadmio nel sistema nervoso favorisce lo sviluppo di problemi cognitivi che possono evolvere in gravi malattie neurodegenerative, come l’Alzheimer. Questo studio fornisce una base scientifica per comprendere meglio come fattori ambientali, come l’esposizione a metalli pesanti, possano contribuire a malattie legate all’età.
Prevenzione: ridurre l’esposizione al cadmio
La prevenzione gioca un ruolo cruciale per limitare l’accumulo di cadmio nell’organismo. Evitare il fumo, compreso quello delle sigarette elettroniche, è il primo passo per proteggere il proprio cervello dal rischio di demenza. Inoltre, ridurre l’esposizione all’inquinamento ambientale e mantenere una dieta sana, con alimenti ricchi di zinco e antiossidanti, può aiutare a contrastare l’assorbimento di cadmio. Lo zinco, infatti, è un antagonista naturale del cadmio e può ridurne l’impatto sull’organismo.
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