Ti sei mai chiesto perché, dopo ore passate sotto il sole, alcune parti del tuo corpo restano pallide? La risposta sta nella biologia della pelle e nella sua complessa reazione alla luce ultravioletta (UV).
L’abbronzatura è una risposta naturale del nostro organismo all’esposizione solare. Quando i raggi UV-A e UV-B colpiscono la pelle, stimolano la produzione di melanina, il pigmento scuro prodotto dai melanociti, cellule specializzate che risiedono nello strato basale dell’epidermide. La melanina ha un ruolo protettivo: assorbe parte delle radiazioni dannose e scurisce la pelle, formando una sorta di “scudo biologico”.
Ma questa reazione non è identica per tutti, né per tutte le parti del corpo. La capacità di abbronzarsi dipende da diversi fattori, tra cui il fototipo individuale – ovvero la combinazione di colore della pelle, capelli e sensibilità ai raggi UV – e la specifica fisiologia delle diverse aree corporee.
Le zone che non si abbronzano mai (o quasi)
Ci sono aree della pelle che non si abbronzano, anche dopo una lunga esposizione solare. Vediamo quali e perché:
- Palmi delle mani e piante dei piedi: quasi del tutto prive di melanociti attivi, queste zone sono naturalmente resistenti all’abbronzatura.
- Interno delle braccia e delle cosce: solitamente più chiari perché meno esposti al sole.
- Ascelle, ginocchia, caviglie e gomiti: qui l’abbronzatura è irregolare per via degli attriti continui con i vestiti o tra le superfici corporee.
- Contorno occhi, labbra e capezzoli: aree protette da una struttura differente dell’epidermide o da una pigmentazione naturale già marcata.
- Cuoio capelluto: parzialmente schermato dai capelli, reagisce poco ai raggi UV.
Ogni zona ha una diversa sensibilità agli UV. Dove lo strato corneo è più spesso o la pelle è meno pigmentata, l’abbronzatura si forma con più difficoltà.
I motivi fisiologici dell’assenza di abbronzatura
Perché alcune zone del corpo sembrano impermeabili al sole?
- Spessore della pelle: su palmi e piante, lo strato corneo è molto più spesso, ma i melanociti sono pochi e meno reattivi.
- Scarsa esposizione: zone come l’interno cosce o le ascelle vedono poca luce diretta e non si “allenano” a produrre melanina.
- Attrito continuo: i movimenti, gli abiti o persino la sabbia possono rimuovere continuamente le cellule superficiali, impedendo la stabilizzazione del colore.
- Prodotti cosmetici: alcune lozioni, deodoranti o farmaci fotosensibilizzanti possono creare macchie o resistenza alla pigmentazione.
Questo spiega perché, anche dopo vacanze al mare, possiamo ritrovarci con zone pallide o chiazzate, come l’interno del braccio o l’arco del piede.
E se il viso non si abbronza?
Molte persone si lamentano di un viso che non si colora come il resto del corpo. Vediamo le ragioni:
- Pelle più sottile: il viso ha un’epidermide più delicata, che può trattenere più cellule morte, impedendo un’abbronzatura uniforme.
- Protezione solare costante: l’uso regolare di creme solari con filtri UV, o di fondotinta con protezione SPF, limita l’assorbimento dei raggi solari.
- Differenze tra le zone del volto: il naso e la fronte tendono a scurirsi prima rispetto alle guance, creando un effetto disomogeneo.
- Invecchiamento cutaneo: con l’età, la pelle produce meno melanina, rendendo il viso meno reattivo all’esposizione solare.
Zona del corpo | Reattività all’abbronzatura | Motivo |
---|---|---|
Palmi e piante dei piedi | Molto bassa | Assenza di melanociti attivi |
Ascelle | Bassa | Scarsa esposizione e attrito |
Contorno occhi e labbra | Molto bassa | Struttura epidermica protettiva |
Falsi miti sull’abbronzatura
Molte convinzioni sull’abbronzatura non trovano riscontro scientifico. Eccone alcune da sfatare:
- “Se non ti abbronzi, è perché non stai abbastanza al sole”: falso. Anche esposizioni prolungate non garantiscono una tintarella uniforme, soprattutto su alcune zone.
- “Più ci si espone, più si abbronza ovunque”: no, perché non tutte le parti del corpo hanno la stessa capacità di risposta alla luce UV.
- “Una buona esfoliazione fa abbronzare meglio”: solo in parte. Rimuovere le cellule morte può aiutare, ma non incide sulla distribuzione dei melanociti.
Inoltre, esporsi con gradualità e con protezione adeguata è l’unico modo sicuro per abbronzarsi senza danneggiare la pelle. L’abbronzatura non è sinonimo di salute, ma di difesa della pelle da un’aggressione esterna.
Consigli per un’abbronzatura più uniforme
Per favorire una tintarella omogenea e duratura, segui questi accorgimenti:
- Applica la protezione solare anche sulle zone “dimenticate” (lobi, piedi, ascelle).
- Esfolia la pelle una volta a settimana per rimuovere le cellule morte.
- Idrata ogni giorno per mantenere la pelle elastica e reattiva.
- Evita l’uso eccessivo di profumi e cosmetici fotosensibilizzanti prima dell’esposizione.
E ricorda: l’abbronzatura ideale è quella che non danneggia la pelle. Non serve “strafare” per ottenere un colorito sano.
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