Un giardino rigoglioso, con fiori che sembrano usciti da un catalogo e una vegetazione invidiabile, è il sogno di molti. Spesso si ricorre a fertilizzanti complessi e costosi, ma la natura potrebbe offrire una soluzione sorprendentemente efficace e a costo zero: l’urina umana. Sebbene possa sembrare insolito, l’uso dell’urina come fertilizzante ha radici antiche e sta tornando alla ribalta come pratica sostenibile ed ecologica. La sua composizione, ricca di azoto, fosforo e potassio, la rende un potente alleato per la crescita delle piante, trasformando uno scarto in una risorsa preziosa per il benessere del nostro verde.
Un fertilizzante insospettabile ma potente
Sembra uno scherzo, vero? Eppure l’urina umana è ricca di nutrienti fondamentali per le piante. Molti giardinieri esperti lo sanno già: contiene azoto sotto forma di urea, fosforo e potassio. Questi tre elementi rappresentano i pilastri della crescita vegetale:
- L’azoto favorisce la formazione delle foglie.
- Il fosforo stimola le radici e la fioritura.
- Il potassio rafforza la resistenza contro le malattie e regola l’idratazione.
Usata correttamente, l’urina può anche migliorare la salute del suolo, poiché stimola l’attività microbica, arricchendo la struttura del terreno. Insomma, è un vero cocktail nutriente… naturale e gratuito.
Ma va usata con intelligenza
Una statistica sorprendente: secondo studi citati dalla FAO, una persona produce ogni anno abbastanza urina per fertilizzare oltre 250 metri quadri di orto. Tuttavia, non bisogna mai eccedere. L’urina ha un pH tendenzialmente acido (intorno a 5,8), e se usata in modo ripetuto può alterare il bilanciamento del suolo, soprattutto su terreni già acidi o poveri di sostanze tampone.
Il consiglio? Diluirla con acqua (almeno 1 parte di urina per 10 d’acqua) e utilizzarla con moderazione, idealmente una volta al mese o ogni due settimane. È perfetta per piante ornamentali, ortaggi robusti, alberi da frutto. Ma attenzione a non usarla sulle carote o altri ortaggi che si consumano crudi.
Attenzione a farmaci e contaminazioni
Un mito da sfatare: che l’urina sia sempre sterile. In realtà, rappresenta uno dei modi principali con cui il nostro corpo espelle residui di farmaci, metalli pesanti o persino agenti patogeni. Per questo, non è consigliato usarla su piante commestibili da crude, per evitare possibili contaminazioni, come conferma anche il Journal of Environmental Management.
Inoltre, non tutta l’urina è uguale. Alimentazione, idratazione e stato di salute incidono su composizione e acidità. Perciò, meglio non improvvisare e affidarsi a linee guida scientifiche.

Startup e innovazione: l’urina diventa bio-fertilizzante
Non solo giardinieri fai-da-te: diverse aziende stanno trasformando l’urina umana in fertilizzante organico certificato. In Francia, la startup Toopi Organics ha ideato un processo innovativo: filtra e fermenta l’urina per 48-72 ore, eliminando batteri e impurità. Il risultato? Un prodotto certificato biologico, utilizzabile anche in agricoltura.
Secondo quanto riportato da France 3, questo fertilizzante emette il 37% in meno di gas serra rispetto a quelli minerali. Pascal, uno dei membri del team, ammette: “Funziona su ortaggi, alberi, piante in vaso… ma non sulle carote, sono onesto!”.
In collaborazione con Vinci Autoroutes, l’azienda ha attivato punti di raccolta dell’urina nelle aree di servizio. Così, ciò che prima era considerato un rifiuto ora diventa risorsa per la terra.
Perché ha senso, anche ecologico
Utilizzare l’urina in giardino, se fatto con consapevolezza, può ridurre il ricorso a fertilizzanti chimici e limitare l’impatto ambientale. Ogni litro di urina evita l’uso di azoto sintetico, derivato dal petrolio, con benefici per aria, acqua e suolo.
Inoltre, valorizza un ciclo naturale: trasformiamo uno scarto corporeo in nutrimento per nuove piante. Un circolo virtuoso, economico ed ecologico.