Negli ultimi decenni i social hanno trasformato radicalmente la società moderna. Ma in più, all’interno delle piattaforme sociali si è sviluppato un grosso interesse per l’intrattenimento digitale, proprio con i social gaming. Grazie ad essi si è unito il potere dei social con l’esperienza immersiva dei videogiochi, un fenomeno che combina interazione sociale e competizione ludica e che in qualche modo ha ridefinito il modo in cui le persone si connettono, competono e si divertono online. Sono in pratica dei browser game molto evoluti ma che di base sono spesso semplici e accessibili per tutti, i quali hanno l’obiettivo di far interagire gli utenti ed estendere questa rete in tutto il mondo. Parliamo però di un settore che spazia dalle piccole app rompicapo ai tradizionali videogame per console, passando per l’offerta di videogame per pc fino alle piattaforme di i-gaming dove si possono trovare anche giochi di carte o un’offerta di roulette live online e altre attrazioni tipiche di una sala da gioco fisica. Come si può intuire sono giochi che portano gli utenti a condividere i propri progressi, invitare amici e pubblicare aggiornamenti sulle proprie partite. Creare hype insomma, per parlarne e divulgarlo sempre più, creando anche veri e propri movimenti di appassionati attorno a un determinato gioco.
Cos’è il Social Gaming
C’è innanzitutto da dire che il social gaming riguarda videogiochi progettati per essere giocati in contesti integrati con piattaforme di social media o accessibili tramite applicazioni mobili e browser. La particolarità e il grande ‘pro’ dei social game è che non servono requisiti hardware estremi ma sono invece giochi semplici e ottimizzati anche per dispositivi non sempre performanti. E, come abbiamo detto, hanno al centro l’interazione tra giocatori e la condivisione. Ed è naturale che poi si moltiplichino gli appassionati e che le fiere del gioco più famose, come il Comicon di Napoli o il Lucca Comics, abbiano stand e postazioni dedicate solo ad essi. Perché importantissimi sono diventati giochi come FarmVille, Candy Crush Saga, Among Us e Fortnite, che hanno conquistato decine di milioni di utenti in giro per il mondo. Sono giochi disponibili su qualsiasi dispositivi mobile, hanno al loro interno funzionalità come chat, classifiche, sfide tra amici e condivisioni sui social media. Una caratteristica comune è che in questi giochi la maggior parte delle funzioni è gratuita, e poi se un utente desidera può migliorare o velocizzare la propria esperienza di gioco con acquisti in-app e microtransazioni. Inoltre il gameplay è semplice e intuitivo, considerando anche una integrazione multipiattaforma.
Come il Social Gaming ha cambiato l’Intrattenimento online
Il social gaming, come si può ben immaginare, è un mercato appetitoso per le multinazionali. Si gioca su Facebook, Discord ormai un hub per comunità di gioco, con server dedicati a specifici titoli e funzionalità di streaming, ma anche Twitch e YouTube Gaming dove il gaming è diventato uno show, e poi gli ambienti come Roblox e Fortnite che non sono solo giochi, ma piattaforme sociali dove i giocatori possono creare contenuti, partecipare a concerti virtuali o socializzare in mondi persistenti. Come si può ben capire il Social Gaming ha cambiato totalmente l’intrattenimento online tanto in termini di creator di contenuti che, in qualche modo di democratizzazione del settore. Questo vuol dire che è evidente che il social gaming ha attirato un pubblico eterogeneo, includendo persone che non si considerano gamer tradizionali, come adulti, anziani o giocatori occasionali. E che sono state abbattute le barriere geografiche, offrendo nuove opportunità economiche e generando nuovi modelli di business. Dall’altra parte è interessante considerare come i Social Game e più in generale i Social Network hanno portato una grande influenza culturale nella società, creando una nuova cultura pop, con meme e fenomeni virali sui social stessi. È ovvio che questo ha portato all’analisi e allo sviluppo di alcune nuove sfide etiche per il mondo. Si sa, i social negli anni hanno attirato tantissime critiche per il fatto di non avere regole morali e per entrare in un concetto di individualismo sfrenato. Ecco perché anche i Governi sono intervenuti chiedendo a chi gestisce i social di vigilare su di essi e di creare dipartimenti aziendali che possano fare da moderatori nei gruppi e cancellare contenuti inappropriati.