Lunedì mattina, alle 5:30, Papa Francesco avverte i primi sintomi di un malore nel suo appartamento al secondo piano di Casa Santa Marta, la residenza vaticana dove vive dal 2013. Secondo i media vaticani, chi veglia sul Pontefice interviene immediatamente. La notizia, diffusa con riserbo, scuote il mondo cattolico e non solo, segnando la fine di un pontificato che ha lasciato un’impronta profonda nella Chiesa e nella società globale.
L’Intervento rapido dei suoi assistenti
Il personale presente nell’appartamento agisce con prontezza non appena Papa Francesco manifesta i primi segnali di malessere. Tra loro, Massimiliano Strappetti, infermiere e assistente personale del Pontefice, gioca un ruolo cruciale. I media vaticani sottolineano la rapidità dell’intervento, che tuttavia non riesce a invertire il corso degli eventi. La situazione precipita in poco più di un’ora, con il Papa che mostra segni di estrema debolezza.
L’ultimo gesto di Papa Francesco
Poco dopo le 6:30, sdraiato sul letto, Papa Francesco rivolge un gesto di saluto con la mano a Massimiliano Strappetti. Quel movimento, descritto come semplice ma carico di significato, rappresenta l’ultimo atto consapevole del Pontefice. “Non ha sofferto, tutto è avvenuto rapidamente”, raccontano le persone presenti negli ultimi momenti, secondo quanto riportato dai media vaticani. Il gesto, intriso di serenità, riflette la spiritualità e l’umanità che hanno caratterizzato il suo pontificato.
L’entrata in coma e la fine
Subito dopo il saluto, Papa Francesco perde conoscenza e scivola in un coma irreversibile. I media vaticani riferiscono che il passaggio avviene senza dolore, in un’atmosfera di calma. La morte sopraggiunge rapidamente, segnando la conclusione di un pontificato durato oltre un decennio. La notizia, inizialmente tenuta riservata, si diffonde solo nelle ore successive, suscitando cordoglio in ogni angolo del pianeta.
Il contesto di Casa Santa Marta
Casa Santa Marta, la residenza scelta da Papa Francesco per il suo stile sobrio e lontano dai fasti del Palazzo Apostolico, diventa il teatro di questi ultimi istanti. L’appartamento al secondo piano, descritto come semplice e funzionale, riflette la personalità del Pontefice, che ha sempre privilegiato l’essenzialità. Qui, circondato da pochi collaboratori fidati, Bergoglio vive i suoi momenti finali, lontano dai riflettori ma vicino alla sua missione spirituale.
L’eredità di un pontificato straordinario
Papa Francesco, eletto il 13 marzo 2013, lascia un’eredità che va oltre i confini della Chiesa cattolica. Con il suo approccio inclusivo, il dialogo interreligioso e l’attenzione ai temi sociali come la povertà, l’ambiente e le migrazioni, Bergoglio ridefinisce il ruolo del papato nel XXI secolo. La sua enciclica Laudato si’ e l’esortazione apostolica Amoris Laetitia restano pietre miliari del suo magistero. La perdita improvvisa amplifica il senso di vuoto tra i fedeli e i leader mondiali, che lo ricordano come un “pastore universale”.
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